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Economia cinese, le migliori città secondo Forbes

Ieri Forbes ha presentato a Shanghai le migliori città cinesi per gli investimenti dal punto di vista economico, selezionando 192 dei 652 maggiori centri censiti:

  • appare ormai evidente la parabola discendenti delle città-esperimento, che hanno avviato 30 anni fa il corso delle riforme, Qingdao, Shenzhen, Tianjing sono solo alcuni delle “grandi” sempre più soffocate da una parte nel congestionato traffico(non solo automobilistico) in costante aumento, dall’altro da una crescita del costo della vita (e dell’investimento) ormai ben superiore ai vantaggi che sono qui offerti.

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La Fabbrica del Mondo

Anno del Maiale per l'economia cinese

Da anni, la Cina si fregia con orgoglio l’appellativo di “Fabbrica del Mondo“. Recentemente però una più realistica visione pervade la critica economica cinese, raffredando le entusiastiche dichiarazioni dei media ufficiali. Molti cinesi cominciano infatti a domandarsi se tale appellativo debba davvero essere motivo d’orgoglio, oppure in realtà si sta tramutando in fonte di prossime ed atroci sventure.

“Un maiale si mette in società con una gallina per aprire un ristorante, per lo stesso quest’ultima produce le uova, mentre il primo fornisce la propria carne! Ma quando il maiale sarà completamente scarnificato, questa società avrà ancora ragione di esistere o no? “

Non è dato a sapere quanta carne è rimasta, né per quanto tempo ancora questa durerà. Di certo solo: meglio essere una gallina dalle uova d’oro che non un semplice maiale tutto d’oro, per quanto grasso possa essere.

Economia cinese 2006

Banconota da 100 Yuan, il taglio più grande del RMB
Con il suo deciso +10%, l’economia cinese del 2006 ha segnato di nuovo il primato mondiale della crescita. A dispetto di questo lusinghiero risultato però, si nasconde al giudizio del pubblico e del mercato un’ambigua realtà. A fronte di un aumento del fatturato del 20,1% infatti, l’utile lordo della produzione delle imprese statali-parastatali è aumentato solo del 18,2%, consolidando la tendenza già evidenziatosi negli ultimi tre anni di una diminuzione della crescita dell’utile di almeno 5 punti percentuali annui, un’altro segnale, dopo la sovvraproduzione, che rischia di mettere in seria difficoltà la competitività cinese. L’assenza di sbocchi per la piccola media impresa, unitamente al forte rallentamento della crescita degli utili monopolistici rappresentano per la Cina di oggi la più grande minaccia e sfida della sua economia.

Armonia festosa

All’annuale appuntamento di Capodanno Cinese si presenta puntuale lo spettacolo del “Festival della primavera”. Nel programma, fra le trentatre operette, cabaret, balletti e cori vari, ben dieci hanno nel titolo la parola “Armonia”, che ora come ora suona come un fruscio di vento: la foto che propongo è scattata nalla quotidianità rurale della Cina continentale. Dov’è l’armonia? Ai posteri l’ardua sentenza.

Migrazione cinese

Con 160 milioni di passegeri in treno, lo spostamento dei quattro giorni di andata e ritorno che precedono e seguono le festività del capodanno cinese, può essere considerato il più massiccio movimento migratorio di breve durata del mondo. Nella riccorrenza che corrisponde alle festività natalizie in Occidente, i cinesi sono disposti a pagare più del doppio il prezzo del biglietto nel mercato nero pur di riunirsi con la famiglia, anche al costo di percorrere centinaia di km in piedi, mettendo a dura prova (oltre alle proprie gambe) le infrastrutture ferroviarie (nella foto la biglietteria nella stazione di HangZhou).

Quasi 77 mila km di strada ferrata diviso fra 1 miliardo e 300 milioni di persone significa una media di circa 6 cm a testa di ferrovie per ogni cinese: non sarebbe abbastanza neanche per appoggiare una sigaretta, figuriamoci per gli esseri umani!

Armonia 2

sopruso

Questa è una foto dall’archivio Sina, a quasi quattro anni di distanza, continuano però a perpetrarsi nelle strade cinesi scene simili. Uomo, donna che sia, solitamente disoccupato, multato, insultato, derubato e picchiato dalle “guardie cittadine”, che svolgono con impareggiabile zelo la loro attività di “mantenimento della pulizia cittadina”, perché “bisogna garantire ai nostri cittadini il diritto di vivere in un ambiente salubre senza le molestie di un simile ambulante abusivo!” Ma loro? Il loro diritto di vivere? Chi lo garantisce? Chi lo difende?!? Chi pensa a sfamare le loro famiglie?

I cinesi e il gelato

Il Sigep di quest’anno ha conosciuto un vero Boom cinese, non solo per la presenza degli occhi a mandorla per gli stand, non solo per l’arrivo della China Bakery Association con la sua delegazione ufficiale. Ciò che più impressiona è stato la presenza di un’inaudita densità di poliglotti in grado di parlare lingue così diverse come il cinese e l’italiano:7 gli interpreti messi a disposizione dall’ente fieristico, e nel solo padiglione 5A-C ben 3 aziende su 10 che ho visitato avevano personale in grado di dialogare con i potenziali clienti cinesi in perfetta autonomia. La Fabbri aveva adirittura un ulteriore sales-manager in grado di parlare oltre al mandarino, anche il cantonese.

Come mai una crescita tanto repentina? Presto detto, i numeri!!!

Facendo quattro chiacchere con un operatore del settore scopro che:

  • il signore in questione con le sue 54.750 tonnellate di produzione annua detiene soltanto un “misero” 40% di una sola nicchia di mercato di una limitata regione di circa 25 milioni di abitanti.
  • ogni cinese mediamente ogni anno consuma 1,3kg di gelato (contro una media di circa 6kg annuo di un americano).
  • per un totale di circa 1.690.000 tonnellate di consumo attuale annuo.
  • caratterizzato da un volume d’affari che cresce ad un tasso doppio rispetto alla crescita del mercato mondiale.

L’Italia nel settore del gelato artigianale rappresenta senz’altro il leader di riferimento in tutto il mondo, ci auguriamo che almeno questa volta riesca nell’impresa di farsi riconoscere la sua superiorità nel “Celeste Impero”.

allarme deficit pensioni Cina

Un sondaggio condotto dalla China Yuth Daily rileva che il 77% dei 2.743 intervistati è contrario alla proposta di legge che vorrebbe rendere obbligatorio il limite minimo di età pensionabile. I lettori infatti ritengono che tale iniziativa del ministero del lavoro, non sia comunque sufficiente per fronteggiare il sempre crescente deficit del fondo pensione che si stima abbia raggiunto nel 2006 l’enorme cifra di 800 miliardi di RMB.
Non è da sottovalutare poi come sottolineano alcuni osservatori, che l’esercito dei pensionandi è uno dei più importanti contropesi per offrire un’occupazione alla ben più nutrita schiera dei lavoratori senza impiego.
Se aggiungiamo inoltre che oltre l’80% dei lettori ritengono che la voragine sia stata provocata dalle appropriazioni indebite dei funzionari corrotti, ci si può rendere ben conto come sia oggigiorno incandescente l’equilibrio sociale del paese di mezzo.

L’articolo completo dal sito di Chinagate

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Guangzhou Caput Cinae


Stando alle statistiche ufficiali, con un PIL totale di 623.600.000.000 Yuan, Guangzhou è diventato nel corso del 2006 la città cinese con il più alto PIL pro capite. Con infatti una popolazione totale di 9.9 milioni di abitanti di cui 7 residenti, la capitale della regione meridionale del Canton è la prima città della Cina continentale a vantare un PIL pro capite al livello dei paesi sviluppati, fissato secondo ad alcune convenzionali a quota 10.000$/annuo. Tuttavia, anche se lusinghiero, tale risultato non può essere soltanto motivo di vanto; infatti se raffrontato alla media nazionale di 1.703$ annui, si evidenzia con ancora più drammaticità lo squilibrio di crescita fra le regioni sviluppate e quelle arretrate .

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