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Mercato dell’automobile in Cina (seconda parte)

Auto delle JV Sino-Americane

Da oltre un secolo primo mercato automobilistico mondiale, gli Stati Uniti non hanno mai dubitato della loro Leadership e la loro capacità di costruire auto per un grande paese, e in questo senso complice forse anche l’estensione paragonabile (9,3Milioni di Kmq gli USA & 9,5Milioni la Cina), gli americani si sono convinti negli anni che le loro automobili siano assolutamente le più adatte ad un’altro grande paese come la Cina. A differenza però dell’Europa e del Giappone, il trasporto ferroviario nordamericano ha smesso di crescere da molto tempo, a favore dei collegamenti aerei e delle spaziose autostrade le quali, unitamente alla disponibilità del carburante ad un costo decisamente inferiore che nel mercato europeo/giapponese, spingono il consumatore americano ad essere sempre fedele alla sua tradizionale concezione “esagerata” dell’auto con il produttore che asseconda senza indugio.

GM Buick, uno dei Brand di maggior successo in Cina

Ma negli ultimi anni assistiamo in tutto il mondo occidentale ad un mercato Automotive completamente saturo, lo stesso infatti sopravvive grazie ad annuali concessioni di incentivi governativi, che in Europa ha spinto ancor più il progresso dal punto di vista ecologico, mentre ben poco o nulla è stato fatto negli States, dove è stato semplicemente mantenuto il continuo ciclo dell’eccesso di produzione.

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Mercato dell’automobile in Cina (Prima parte)

Superando gli Stati Uniti, la Cina è diventata ufficialmente dalla fine del 2009 il più grande mercato mondiale dell’automobile. La crescita è stata del 50%, e nonostante l’anno della crisi economica mondiale tutti i produttori grandi o piccoli hanno messo a segno delle performance positive all’interno della Grande Muraglia, comprese le precarie case di produzione americane, morenti in patria ma in doppia cifra nel paese del Dragone, come General Motors che arriva in Cina addirittura ad un +60% di fatturato su base annua.

La ragione di tale crescita secondo alcuni analisti sono le agevolazioni fiscali del governo cinese attuate per favorire la crescita del mercato di media e piccola cilindrata; queste disposizioni hanno senz’altro contribuito in maniera importante, ma vi è un elemento ancora più determinante che i report occidentali non sono riusciti a cogliere: la progressiva maturazione dell’automobilista cinese, ormai indipendente dai canoni imposti dall’occidente e dotato di personalità e caratteristiche proprie ben definite.

Qirui QQ3

Attualmente si può suddividere il mercato automobilistico cinese in cinque grandi gruppi:

  1. D’importazione
  2. Joint-venture Europee
  3. Joint-venture Giapponesi
  4. Joint-venture Statunitensi
  5. produzioni Cinesi vere e proprie

Tralasciando il mercato d’importazione, la cui crescita non è stata così significativa come per i restanti quattro gruppi, concentrerò principalmente la mia analisi confrontando fra loro le auto di produzione in Joint Venture a partire dai produttori europei.

Auto delle JV Sino-Europee

L’Europa è un’insieme eterogeneo di nazioni relativamente poco vasti, densamente abitata, la distribuzione della sua popolazione raramente si concentra in megalopoli come Londra o Parigi, anzi il tessuto urbano è principalmente caratterizzato da centri relativamente piccoli. L’Unione Europea è altresì dotata di una ottima rete ferroviaria sia urbana sia extra urbana, con punte di eccellenza tecnologiche/strutturali nell’Alta Velocità Passeggeri. Di notevole benessere diffuso, gli Europei dispongono di un alto reddito nonché del maggior numero di ferie/riposi annuali di tutti gli altri lavoratori del mondo. Il peggior nemico dell’automobilista europeo è il prezzo della benzina, sempre in balia della quotazione del petrolio nonché della variazione del potere d’acquisto dell’Euro.

In un contesto simile i grandi produttori europei hanno plasmato i loro prodotti per soddisfare a tutto tondo le esigenze della loro clientela, in Europa gli ingegneri hanno dovuto progettare soluzioni sempre più innovative per il difficile connubio fra prestazioni e consumo Continua la lettura di Mercato dell’automobile in Cina (Prima parte)

Mercato cinese del trasporto Ferroviario

Sarà perché è il settore in cui opero, ma il governo cinese ha approvato per i prossimi 6 anni un piano d’investimento di circa 70 Miliardi di Euro/annui per l’Alta velocità (600 veicoli in configurazione 8 o 16 carrozze) e 80 Miliardi di Euro/annui per nuove linee di metropolitana, che si amplieranno di oltre 2200 km di nuovi tracciati divisi in 80 linee di 22 città. I numeri sono sbalorditivi, tanto per dare un’idea ai non adetti ai lavori, la Maxi commessa di Trenitalia per l’Alta Velocità è di 50 treni di cui il primo prototipo sarà consegnato a giugno del 2010.

Ma la riflessione è un’altra: la crescita economica di una nazione deve passare anche per gli investimenti pubblici! E più le grandi opere infrastrutturali vengono completate rapidamente, più se ne avantaggia il sistema paese e la sua efficienza. Come può quindi il l’Italia sperare di tornare competitiva nei confronti della Cina se solo per la linea 5 di Milano sono passati anni ed anni, e siamo tutt’ora ancora nella fase di “lavori propedeutici”? D’altro canto come sperare di essere parte di questa formidabile crescita se i media del Bel Paese continuano a presentare un’immagine di “terrore e morte” dalla Cina? Cui prodest?

Opportunità

In un intervista il GM della China Mobile, BeiJing Branch Mr Fan YunJun si esprime fortemente contrariato alle nuove offerte dei piani tariffari che a fronte di un canone mensile permettono di avere a disposizione 1000 minuti di conversazione in ricezione senza ulteriori costi aggiuntivi, tanto che a quanto pare sembra che abbia commentato: “…una tariffazione monodirezionale, potrebbe indurre la popolazione ad uno sconsiderato uso dell’apparecchio mobile!!”

Mentre in occidente le compagnie ormai “regalano” telefonate all’utenza pur di accaparrare nuove e continue opportunità di guadagno, in Cina si è ancora con l’idea che l’utenza è da limitare.

All’infuori dell’evidente inadeguatezza commerciale di un monopolista nel cogliere le opportunità di mercato, questo eipsodio lo considero molto appropriato per rappresentare quello che oggigiorno è la situazione del mercato cinese, non solo nelle telecomunicazioni, ma in ogni settore dei prodotti e dei servizi.

I commenti ironici (alcuni davvero esilaranti) alla battuta dell’intervista per rendere un po’ l’idea di alcune di queste opportunità, e soprattutto di quali siano le reazioni alla battuto dell’intervista da parte del popolo di internet:

…i servizi di ricerca interbancari sono a pagamento poiché si teme che ci possa essere un abuso di ricerca.

…le toilets pubbliche in futuro forniranno il servizio con costo a tempo, poiché altrimenti la popolazione potrebbe essere ad una permanenza abusiva negli stessi.

…se le case scendessero troppo di prezzo, la popolazione potrebbe essere indotto ad una permanenza sconsiderata fra le pareti domestiche.

…se il costo dell’acqua diminuisse, la popolazione potrebbe essere indotto ad abbeverarsi in modo sconsiderato.

…se i costi all’istruzione diminuissero, gli studenti potrebbero essere indotti ad uno studio eccessivo.

…se i costi medici diminuissero, la popolazione potrebbe essere indotta ad ammalarsi in modo sconsiderato.

…se il costo dei vestiti diminuisse, la popolazione potrebbe essere indotta ad un indossare troppo sconsiderato e repentino degli stessi.

…se i commenti avessero tutti meno di 10000 caratteri, la popolazione potrebbe essere indotta a “spammare” in modo sconsiderato.

…se i contenitori delle ceneri diminuissero di prezzo, la popolazione potrebbe essere indotta a morire in modo sconsiderato per essere cremati.

…se i costi delle prostitute diminuissero, la popolazione potrebbe essere indotta a frequentarle in modo sconsiderato.

…se le i costi delle scarpe diminuissero, la popolazione potrebbe essere indotta a camminare eccessivamente in modo sconsiderato.

…se il riso scendesse troppo di prezzo, la popolazione potrebbe essere indotta a mangiare eccessivamente in modo sconsiderato.

…se i reggiseni scendessero troppo di prezzo, tutta la popolazione potrebbe essere indotta ad indossarli in modo sconsiderato, soprattutto gli uomini che inizierebbero ad indossarli.

I cinesi e il gelato

Il Sigep di quest’anno ha conosciuto un vero Boom cinese, non solo per la presenza degli occhi a mandorla per gli stand, non solo per l’arrivo della China Bakery Association con la sua delegazione ufficiale. Ciò che più impressiona è stato la presenza di un’inaudita densità di poliglotti in grado di parlare lingue così diverse come il cinese e l’italiano:7 gli interpreti messi a disposizione dall’ente fieristico, e nel solo padiglione 5A-C ben 3 aziende su 10 che ho visitato avevano personale in grado di dialogare con i potenziali clienti cinesi in perfetta autonomia. La Fabbri aveva adirittura un ulteriore sales-manager in grado di parlare oltre al mandarino, anche il cantonese.

Come mai una crescita tanto repentina? Presto detto, i numeri!!!

Facendo quattro chiacchere con un operatore del settore scopro che:

  • il signore in questione con le sue 54.750 tonnellate di produzione annua detiene soltanto un “misero” 40% di una sola nicchia di mercato di una limitata regione di circa 25 milioni di abitanti.
  • ogni cinese mediamente ogni anno consuma 1,3kg di gelato (contro una media di circa 6kg annuo di un americano).
  • per un totale di circa 1.690.000 tonnellate di consumo attuale annuo.
  • caratterizzato da un volume d’affari che cresce ad un tasso doppio rispetto alla crescita del mercato mondiale.

L’Italia nel settore del gelato artigianale rappresenta senz’altro il leader di riferimento in tutto il mondo, ci auguriamo che almeno questa volta riesca nell’impresa di farsi riconoscere la sua superiorità nel “Celeste Impero”.